Kira

La preparazione fallisce
nel sorreggerti
mentre cadi.

Nel ripensare alle ultime ore
tra gl'inutili sforzi perché non scivolassi
nel tenerti in equilibrio
rassicurarti
che presto sarebbe finita
la turbolenza del viaggio in macchina.

L'allerta s'è adagiata con te sulla tavola del garage
sfuggendomi dalle braccia.
E la vostra lentezza m'ha colta impreparata.
È finita la turbolenza del viaggio in macchina.

È proprio finito il disagio
e svanito il terrore
nel nostro tranquillo ritorno a casa.
Ma tanto grave è stato il tuo riposare
sul mio cuore
e nel mio grembo
da sopportarlo a stento.
In un rivolo caldo ed esiguo
debole e innocente fuga
insiste la compassione
che più di tutto dura.

Non sembrava davvero
tanto grave il tuo riposo
molle, dentro una scatolina
ricomposta in una ciambella
serena e bella.

Ma chiusa nell'odiato mezzo, a notte
con la porta d'ingresso sbarrata
fra te e la lamiera argentata
luna, fuori dalle pareti di casa
e la tua tana così a portata
con l'impronta dell'agonia
già buona per dimenticare la serata
e accoglierti - rimane inospitata
e in seguito buttata via.

Con che stomaco restituirti
dopo tanta sorellanza?

Forse un cespuglio, ora
come il pennacchio di una coda
rivolto all'alba - segna per me
che il tesoro esisteva?
O sono i vuoti e i silenzi
a ricordarmene?
Sembrano prolungar la convivenza.
E quel ramo l'antenna
fra la tua memoria
e i sogni.

Kira
Nola 2014 - 2016








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